AFFRESCO
URBANO
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L’atelier per la realizzazione dell’affresco è strutturato sul modello della bottega rinascimentale, un processo continuo attraverso il quale sperimentare la cura e il gusto, nella definizione dell’esperienza che nasce dall’incontro tra la cultura e la capacità di creazione, tra la sensibilità e la bellezza, rimettendo al centro la cultura del fare, l’esperienza delle Arti e dei Mestieri, l’apprendistato. Il modello del Rinascimento, si basa sulla sua capacità d’integrazione dei saperi puntando sull’alleanza tra progetto, qualità territoriale e talento artistico. Le relazioni interne si fondano sul concetto del Compagnonnage, dal latino “cum panem”, è colui con cui si mangia il pane, cioè colui con cui si dividono l’attività lavorativa, le capacità professionali, i valori morali in una condizione di sostanziale uguaglianza. Sono obblighi di attaccamento al mestiere, di impegno per la qualità del lavoro, di trasmissione del proprio sapere alle nuove generazioni, di innovazione nelle conoscenze tecniche ma anche di rettitudine morale, di solidarietà reciproca.
Il mestiere non deve essere confuso con l’impiego o il ruolo un mestiere non si spiega con le parole o con una definizione, si racconta attraverso un storia dentro uno spazio. Il mestiere è anche cultura e patrimonio, plasma l’individuo a tal punto che si può ben dire “il mestiere è ciò che rimane quando si è perso il lavoro “. Il mestiere è portatore di valori. Il mestiere è importante ma non è la finalità della formazione. Quando i Compagnons du Devoir riassumono il loro operare dicono: la nostra azione consiste nel permettere all’uomo di completarsi nel e con il suo mestiere (Andrè Malicot). Il mondo è un libro, e chi non viaggia ne legge solo una pagina (Sant’Agostino). L’idea del viaggio rappresenta un elemento fondamentale del percorso formativo e dell’apprendimento del mestiere, con tre punti di vista: da dove veniamo, dove siamo, dove saremo. Il viaggio è soprattutto un percorso che porta all’abbandono dei punti di riferimento tradizionali e delle certezze. E ‘anche un modo per conoscere e perfezionare il proprio mestiere di uomo, a contatto con nuove dimensioni geografiche e umane. Infine, è a volte l’occasione per l’esplorazione degli spazi interiori a se stesso sconosciuti. Far bene il proprio lavoro, esserne soddisfatti diviene non solo uno strumento di emancipazione sociale ma un progetto di vita e di arricchimento personale. Nella Bottega si considerava velleitaria qualsiasi possibilità di migliorare la soddisfazione delle parti interessate “esterne” (clienti, collettività) se non sono soddisfatte le parti interessate “interne” (maestro e collaboratori). Solo la soddisfazione sia del maestro e dei collaboratori possono generare quell’armonia interna che si diffonde verso l’esterno e da cui traggono giovamento tutte le altre parti interessate.
SCENOGRAFIA URBANA E SOSTENIBILITÀ
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